...abbiamo cavalcato le onde di Einstein
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La conferenza di venerdì 18 novembre era inseguita da tempo e come ogni evento che si attende, si prepara, si organizza e poi si concretizza in qualcosa di estremamente positivo, lascia dietro di sé quella sottile sensazione di malinconia per la sua conclusione.
Il professor Piero Bianucci, con la sua profonda conoscenza, ci ha condotti in un viaggio che ha avuto inizio circa un secolo fa quando, lo scienziato tedesco Albert Einstein teorizzò, grazie alla sua teoria della relatività generale, che la contrattura del tessuto elastico dello spazio-tempo desse origine alle onde gravitazionali.
Chissà che faccia farebbe ora se gli raccontassimo che effettivamente, 1,4 miliardi di anni fa nell’universo, è accaduto un evento che ha confermato la sua teoria!
Sicuramente la sua risposta sarebbe una linguaccia e un… ve l’avevo detto!
Due buchi neri rispettivamente di 29 e 36 masse solari si sono fusi in un unico abbraccio mortale dando origine ad un buco nero di circa… 62 masse solari. I conti tornano solo quando si capisce che, le tre masse mancanti sono esattamente l’equivalente dell’energia emessa durante il processo di fusione sotto forma di onde gravitazionali captate la prima volta il 14 settembre 2015 dagli interferometri laser LIGO (Laser Interferometer Gravitational-wave Observatory) gemello di VIRGO (Cascina - Pisa).
Gli interferometri, isolati e costantemente tarati per eliminare disturbi e rumori di fondo, sono costituiti da due bracci disposti a “elle” lunghi ciascuno quattro chilometri al cui interno viaggia un raggio laser riflesso da una serie di specchi continuamente calibrati. L’onda gravitazionale lascia il segno della sua esistenza nel momento in cui la propagazione del raggio laser subisce una modifica, le masse si contraggono e il fascio risulta disomogeneo.
Il numeroso pubblico intervenuto ha potuto cogliere queste informazioni e molte altre, quello che invece è stato riservato unicamente a noi, è stato il privilegio di aver conosciuto una persona straordinaria, disponibile e con una squisita personalità nonché una spiccata fonte di conoscenza a cui avremmo voluto attingere per un tempo maggiore.
Quando ci siamo salutati è stato come quando parte un amico ma il velo di nostalgia è stato mitigato dall’augurio e dalla speranza di rivederci presto.
Ciao e grazie Piero, cieli sereni! (Questa è l'unica deroga che ci concediamo all’uso della forma di cortesia )
kc