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Osiris Rex parte verso Bennu

La Nasa ha dato il via libera. Poche ore ancora e la sonda Osiris Rex partirà dalla base di Cape Canaveral in Florida con direzione Bennu. Due anni di viaggio per raggiungere un asteroide che viene considerato potenzialmente pericoloso per il nostro pianeta: secondo i calcoli effettuati ci potrebbe colpire nel XXII secolo. Si tratta della prima missione robotica che ha l'obiettivo di raccogliere campioni di roccia per poi riportarli sulla Terra. Un viaggio di andata e ritorno della durata di circa sette anni. La partenza è prevista nella notte di giovedi 8 settembre, alle 01,05 ora italiana, mentre l'arrivo su Bennu avverrà nell'agosto del 2018. Il ritorno sulla Terra, invece, solo dopo 5 anni: nel 2023. A portare la sonda fuori dall'orbita terrestre sarà un razzo Atlas 5.

PERCHE' LA MISSIONE
Lo scopo principale è quello di prelevare dal piccolo asteroide alcuni frammenti di roccia vecchi di 4,5 miliardi di anni, l'epoca in cui il nostro pianeta si stava ancora formando. Quei cocci spaziali, dunque, potrebbero dare indicazioni sull'origine dei pianeti del sistema solare e della vita. Ma non finisce qui perchè la missione rappresenta anche un primo passo per lo sfruttamento minerario di questi oggetti e una conoscenza più approfondita degli asteroidi in generale. Proprio in questi ultimi giorni sono avvenuti passaggi estremamenti ravvicinati: uno di 85 mila e l'ultimo di soli 34 mila chilometri. In questo caso si tratta del quinto passaggio più ravvicinato del 2016. Le osservazioni del Neo (Near-Earth asteroids), dicono che il record del 2016 è dell'asteroide chiamato in codice AN164 che il 25 febbraio è passato a soli 8 mila chilometri, più o meno l'altezza dei satelliti geostazionari. La diretta del lancio di Osiris Rex si puotrà seguire sul sito della Nasa


(Nello schema i prossimi passaggi di asteroidi fino al 6 ottobre 2016, con il colore viola è indicato l'oggetto che passerà più vicino,

si tratta dell'asteroide il 2016 RB1 che transiterà ad una distanza di soli 40.470 chilometri)


PERCHE' BENNU E' POTENZIALMENTE PERICOLOSO
Come già accennato, da alcuni calcoli effettuati sembra che l'asteroide, che ha un diametro di circa 550 metri con una rivoluzione intorno al Sole di 436 giorni, potrebbe avere almeno otto potenziali collisioni con la Terra tra il 2169 e il 2199. Andare fin lassù, dunque, servirà a studiare la sua orbita per capire ancora meglio quali possono essere i reali pericoli per il nostro pianeta. «Per la prima volta -si legge nel sito specialistico Polluce Notizie- gli studi su Bennu ci permetteranno di misurare l’effetto Yarkovsky in un asteroide potenzialmente pericoloso. Questo effetto è dovuto al riscaldamento del Sole: le radiazioni della nostra stella riscaldano la superficie di Bennu fino a 6 gradi centigradi. Poi, però, la rotazione dell’asteroide porta inevitabilmente alcune regioni a tornare nell’ombra; a questo punto, le aree non più illuminate iniziano a perdere il loro calore nello spazio profondo. Questa differenza tra l’angolo di assorbimento dei fotoni e quello di emissione provoca un leggero ma continuo rallentamento dell'asteroide che può influenzare notevolmente l’evoluzione orbitale futura di un corpo così piccolo». Staremo a vedere.


(Le dimensioni di Bennu paragonate alla torre Eiffel e all'Empire State Building)


L'APPORTO DELLA TECNOLOGIA ITALIANA
Nel suo viaggio straordinario, OSIRIS-REx sarà guidata dal sensore d’assetto Autonomous Star Tracker, realizzato da Leonardo-Finmeccanica a Campi Bisenzio. Durante tutta la durata della missione, il sensore d’assetto fornirà i dati sulla posizione della sonda, grazie alla mappa stellare memorizzata nel suo software, che conta oltre 3.000 stelle: Autonomous Star Tracker calcola infatti in ogni istante l’orientamento del satellite fornendo al computer di bordo le informazioni per tenerlo sulla rotta prestabilita.

GLI ASTEROIDI E LA TERRA
Tutte le informazioni concernenti le possibilità di impatto di asteroidi con la Terra vengono diffuse attraverso due siti web, il primo nato in Italia nel 1999NeoDys-2 presso l’università’ di Pisa, il secondo operante, dal 2002, presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA. Lo scopo di questi siti e’ di segnalare alla comunità astronomica  quali asteroidi vadano riosservati, in modo da migliorare la nostra conoscenza della loro orbita fino ad un punto tale da poter escludere che impatteranno la Terra nel prossimo futuro. In effetti a leggere il contenuto dei due siti appare subito all’occhio che ci sono molti asteroidi che hanno piccolissime probabilità di colpire la Terra nel prossimo secolo. In realtà,  la maggior parte di loro non causerebbe alcun danno perchè sono troppo piccoli, e per tutti vale il fatto che le piccole probabilità di impatto non sono la conseguenza del fatto che siano veramente in rotta di collisione con la Terra, ma piuttosto dipendono dalla nostra incompleta conoscenza del loro moto. Per questo occorre riosservarli.
Attualmente degli oltre 500 mila asteroidi conosciuti, più di settemila vengono definitii near-Earth,  cioè con orbite che li portano periodicamente in prossimità del nostro pianeta. Solo una piccola parte di essi, ovvero 192, hanno orbite che rendono una missione di andata e ritorno.  La missione su Bennu, che è stato scoperto nel 1999, oltre a rappresentare una sfida, costituisce un fondamentale test per allontanare quel pericolo che l'umanità ha sempre temuto: la sua distruzione causata da un impatto.

Fonte:ilmessaggero.it

Giovedì, 08 settembre 2016

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